#8
di Carlo Monni
(con la preziosa consulenza di Valerio Pastore)
STRANIERI IN TERRA SELVAGGIA
PROLOGO
Antartide. Potremmo
facilmente definirla l’ultima frontiera del pianeta Terra, un continente
completamente ricoperto dai ghiacci e quasi del tutto inadatto ad ospitare la
vita, il luogo più freddo di tutto il globo terracqueo.
Accordi internazionali
faticosamente raggiunti proibiscono rivendicazioni territoriali, installazioni
militari, scarico di rifiuti tossici ed esperimenti nucleari sul suo territorio
a sud del 60ﹾ grado di latitudine sud. Ovviamente non è tutto rose e fiori ma
sapete com’è la natura umana, non è vero?
Uno
dei segreti dell’Antartide, venuto alla luce in tempi relativamente recenti, è
l’esistenza, praticamente sotto di esso, di un vastissimo territorio dal clima
tropicale dove sopravvivono specie animali e perfino umane che si credevano
estinte da milioni di anni. È chiamato, non a torto, Terra Selvaggia.
Sulla sua origine
circolano varie leggende. spesso in contraddizione tra loro. Una delle più
accreditate vuole che sia stata creata come parco dei divertimenti e riserva
naturale da una civiltà ancora più antica della leggendaria Atlantide e che il
suo straordinario clima sia mantenuto grazie a macchinari alieni che funzionano
automaticamente da tempo immemorabile. Che sia o meno la verità è meno
importante del fatto del fatto che si tratta di una zona del mondo di cui si sa
poco o nulla e questo non può che stimolare la curiosità degli esseri umani… e
la loro avidità… con conseguenze facilmente immaginabili.
1.
Quella che si sta
avvicinando alle coste dell’Antartide potrebbe essere scambiata per una
qualunque delle navi che abitualmente attraversano questo tratto di mondo ma
non lo è.
Nella plancia di
comando una donna attraente dai capelli biondi indica un punto su di uno
schermo e dice:
-Se le sue informazioni sono corrette, il
tunnel di cui mi ha parlato dovrebbe essere qui.-
-Le mie fonti sono abbastanza affidabili,
Capitano Forrester.- risponde il suo interlocutore, un uomo alto, ben piantato,
capelli folti e scuri, occhi grigi, che dimostra un’età intorno ai
quarant’anni, fisico tonico, muscoloso ma senza eccessi.
-Quanto siano affidabili, lo scopriremo presto,
Lord Clayton.- replica la donna e preme un pulsante.
La
parte superiore della nave è pressoché istantaneamente ricoperta da una sorta
di cupola con un’antenna sulla cima poi comincia ad inabissarsi. Ora è di fatto
un sommergibile che a grande velocità percorre le acque fino a raggiungere
quello che sembra essere una caverna sottomarina.
-Il tunnel, allora esiste davvero.-
commenta la donna.
-Ne dubitava, Capitano Forrester?- replica
l’uomo sorridendo -Non mi sarei mai imbarcato in quest’avventura se non fossi
stato convinto io per primo. Del resto, i suoi amici X-Men non sono già stati
qui più di una volta?-
-È vero, ma quasi sempre per via aerea o via
terra e comunque non mi hanno mai raccontato molto delle loro avventure in
questo posto.-
Il
sottomarino percorre rapidamente il lungo tunnel per arrivare in una specie di
laguna.
-Questo posto ha un nome, Capitano Forrester.-
dice l’uomo mentre il sottomarino comincia lentamente ad emergere -Questa è la
Terra Selvaggia.-
Qualche
tempo prima, nel salotto di una villa nella Contea di Westchester, Stato di New
York, Stati Uniti. L’uomo indossa un completo scuro evidentemente fatto
su misura, una camicia bianca ed una cravatta con i colori della prestigiosa
università britannica di Oxford. Alla sua destra sta, anche lei in piedi, una
donna sui quarant’anni bionda vestita con un abito che le arriva appena sopra
il ginocchio e con una moderata scollatura, creazione di un noto stilista,
scarpe di marca, pettinatura alla Grace Kelly ed occhiali che le danno un’aria
professorale, alla sua sinistra un uomo leggermente sovrappeso sui quarant’anni
e dai capelli castani.
Tutti
e tre sono in piedi davanti ad un gruppo abbastanza eterogeneo formato da due
donne entrambe bionde e tre uomini di varie età tra cui un afroamericano.
L’uomo
al centro si schiarisce la gola e si rivolge ai presenti con un riconoscibile
accento britannico oxfordiano.
-Innanzitutto, signore e signori, consentitemi
di ringraziarvi per aver raccolto il mio invito ed essere venuti fin qui. Il
mio nome è John Clayton.-
-Barone Clayton di Greystoke Castle nella
Contea di Cumbria per essere precisi.- aggiunge l’uomo al suo fianco.
-I miei titoli non hanno la minima importanza
qui, George.- si schermisce l’uomo -Passiamo alle presentazioni: l’uomo che vi
ha appena elencato il mio titolo nobiliare si chiama George Stanislaus, è un
broker di borsa ed è, assieme al sottoscritto, uno dei finanziatori
dell’impresa che vi andrò ad illustrare. La signora al mio fianco è mia sorella
gemella Jane, docente di Antropologia all’Università di Oxford.-
-E di che impresa si tratterebbe esattamente?-
interviene un uomo apparentemente tra i trenta ed i quarant’anni dal fisico
muscoloso, capelli scuri e l’aria di chi sa il fatto suo -E perché ho la
sensazione che non sarà una passeggiata?-
Clayton
sorride e replica:
-Forse è perché probabilmente non lo sarà,
Sergente Scully, ma mi permetta di fare le presentazioni a chi di voi ancora
non si conosce cominciando proprio da lei: James Scully, sottufficiale
dell’USAF[1]
con un passato nelle Forze Speciali. I suoi commilitoni lo avevano
soprannominato Skull l’Uccisore, un nomignolo che vi dovrebbe far capire che è
meglio non dargli fastidio. Il suo compito principale sarà occuparsi della
sicurezza della nostra spedizione.-
-Di cui stiamo ancora aspettando di conoscere i
dettagli.- borbotta un nero alto con la barba sui 45 anni.
-Un attimo di pazienza, Dottor Corey. Il nostro
impaziente Dottor Raymond Corey è essenzialmente un medico ma ha anche altre
specialità.-
-Tra cui il rompere le scatole a chiunque.-
interviene un giovanotto che dimostra poco più di vent’anni dai capelli scuri.
-Il giovanotto che ha appena parlato si chiama
Jeffrey Turner Jr e nonostante la giovane età, ha vissuto esperienze che
metterebbero a dura prova i nervi di parecchi uomini e donne. Lo stesso si può
dire di Miss Ann Reynolds.- Clayton indica una ragazza apparentemente di meno
di trent’anni -Entrambi hanno vissuto assieme al Sergente Scully un’esperienza
decisamente particolare che ci potrà essere molto utile nella nostra impresa.-
-Siamo solo sopravvissuti.- dice la ragazza.
-E non è cosa da poco, se quanto mi è stato
raccontato corrisponde a verità, mi creda Miss Reynolds. Infine, per ultima ma
non meno importante, Aleytys Forrester, capitano della Marina Mercantile degli
Stati Uniti- Comanderà il vascello speciale che ospiterà la nostra spedizione.
Anche lei, come tutti voi del resto, ha una particolare esperienza con alieni e
civiltà perdute al fianco nientemeno dei famosi X-Men. Il che l’ha resa la
candidata ideale per il compito affidatole.-
-La ringrazio della fiducia, Lord Clayton e
farò del mio meglio per meritarla.- replica una giovane donna di lunghi capelli
biondi.
-Ne sono convinto, capitano. Adesso che abbiamo
fatto le presentazioni, qualcuno ha domande?
-Io ne ho una.- interviene ancora Scully -Se
dobbiamo andare a ficcarci nei guai in qualche territorio sconosciuto, potremmo
almeno sapere perché e dove?-
-Il perché è molto semplice da spiegare:
mappare luoghi ancora sconosciuti e catalogare specie animali, vegetali ed
umane finora ritenute estinte o addirittura mai viste prima. Il luogo, pensavo
fosse ormai evidente a tutti voi: sto parlando della Terra Selvaggia.
Nella
plancia di comando della nave, oggi. I membri principali della
spedizione si ritrovano tutti insieme per fare il punto della situazione.
-E così ci siamo, John- commenta George
Stanislaus,
-Esattamente come previsto, George.- replica
l’altro accennando un sorrisetto.
-Avremmo fatto molto prima se avessimo preso un
aereo invece di quest’imbarcazione per giunta affidata adi una donna la
cui esperienza in mare si limita al comando di un peschereccio.- interviene in
tono caustico Raymond Corey.
-E ne sono anche orgogliosa.- ribatte Aleytys
Forrester -Crede che sia stato facile?-
-Il Dottor Corey non è mai stato diplomatico
nemmeno nei suoi giorni migliori… e non ne ha mai avuti.- interviene l’uomo
alto dai capelli neri.
-Nessuno ha chiesto la tua opinione, Scully.-
replica Corey, stizzito.
-Oddio, ci risiamo!- esclama il più giovane del
gruppo.
-La sua obiezione è stata annotata e respinta,
Dottore.- replica Lord Clayton -Deve sapere che gli aerei si tengono alla larga
dalla zona perché uno strano fenomeno magnetico interferisce con gli strumenti
di bordo e fa sbagliare la rotta. Perfino i satelliti hanno difficoltà ad
inquadrare la zona ed è anche per questo che le mappe che abbiamo a
disposizione sono tutte imprecise. Questo tunnel è stato scoperto molti anni fa
dal supercriminale chiamato il Saccheggiatore[2]
e forse ancora prima da suo padre, il quinto Lord Plunder. In ogni caso, ciò
che conta davvero è che siamo arrivati a destinazione senza danni. Se le mie
informazioni sono corrette, di fronte a noi c’era l’Isola del Teschio, il covo
segreto del Saccheggiatore.-
-Vuol dire che stiamo per sbarcare in un
vecchio covo di pirati? Wow!- esclama Jeff Turner -Questa mi mancava.-
-Non poi così vecchio a dire il vero ed ormai
non ne rimane più niente. L’isola non esite più ormai e quella dove stiamo per
sbarcare è una penisola del continente maggiore, se vogliamo chiamarlo così.-
ribatte Clayton -Tornando al comandante Aleytys Forrester, oltre a cavarsela
egregiamente al comando di questa nave, è stata assunta non solo per le sue
capacità marinare, ma perché ha anche avuto qualche esperienza di civiltà
aliene e situazioni bizzarre, che è poi la ragione principale per cui siete qui
tutti voi, a parte il mio socio.-
-E lei, Lord Clayton?- chiede la ragazza
bionda.-Anche lei ha avuto esperienze simili?-
-Non quanto mi sarebbe piaciuto, non ho
difficoltà ad ammetterlo. Nella mia famiglia più di uno ha avuto esperienze con
civiltà perdute e la cosa ha sempre stimolato la mia curiosità.-
-E non solo sua.- ribadisce Jane Clayton -I
racconti delle avventure del mio trisnonno e del mio bisnonno hanno avuto il
loro peso nella mia scelta di occuparmi di paleoantropologia.-
-Il vostro trisnonno…- borbotta Corey -…
Clayton… Greystoke… non vorrete farci credere di essere i discendenti di…-
Né io né mia sorella vogliamo farle credere
alcunché, Dottor Corey -Noi sappiamo chi siamo e ci basta.- replica sorridendo
John Clayton.
-Siamo pronti a sbarcare,- annuncia Aleytys
Forrester.
-Ottimo! Grazie Capitano Forrester.-
-Può chiamarmi Lee, Lord Clayton.-
-E lei allora mi chiami semplicemente John.
Anche a me non piacciono molto i formalismi.-
-Se avete finito con le smancerie potremmo
sbarcare finalmente? Non ne posso più di stare chiuso qui dentro,- Interviene
Corey.
-I suoi modi sono piuttosto rudi, Dottor Corey,
ma ha ragione. È arrivato il momento di vedere da vicino la Terra Selvaggia.-
2.
In
breve l’intero corpo di spedizione è sbarcato sulla terraferma e viene
scaricato anche tutto il materiale necessario. Sulla nave rimane solo il
personale strettamente indispensabile.
-Questo sarà il nostro campo base.- annuncia
Clayton.
-Approvo.- replica Jim Scully -Questa laguna è
in un’ottima posizione. Siamo riparati da almeno due lati abbastanza facili da
difendere. Eventuali aggressori dal mare dovrebbero superare la barriera
corallina e sarebbero avvistati molto prima di poter sbarcare. Il lato che dà
sulla jungla è quello più esposto ma si può rimediare.-
-Credi davvero che potrebbero esserci dei
problemi, Jim?- gli chiede Ann Reynolds.
-Mi pagano per pensarlo, Ann.- risponde lui
-Siamo in un territorio di cui si sa ancora troppo poco. Per quanto ne
sappiamo, da quella foresta da un momento all’altro potrebbe spuntare un
dinosauro. Non che la cosa ci sorprenderebbe più di tanto. Dopotutto ne abbiamo
già incontrato qualcuno in passato
-Non mi far pensare a quello che abbiamo
vissuto da quando siamo finiti in quel vortice nel Triangolo delle Bermude fino
a che non siamo riusciti a scappare con l’aiuto della Cosa.[3]
Non avrei mai voluto ripetere quell’esperienza.-
-Allora perché sei venuta?-
-Per i soldi ovviamente. L’offerta di Lord
Clayton era troppo allettante per dire di no. Penso che sia stato lo stesso per
tutti noi, non è così?-
Jim
Scully sta per rispondere ma improvvisamente si blocca, alza la testa e si
guarda intorno.
-Qualcosa non va?- gli chiede Jane Clayton che
è appena sopraggiunta.
-Non ne sono sicuro.- risponde l’ex
militare.-Ho avuto la sensazione che fossimo osservati. Certo, è solo una
sensazione ma non sottovalutare certe sensazioni mi ha salvato la vita più
volte nelle giungle del Sud Est Asiatico ed in altri posti altrettanto
pericolosi.-
-Da quello che ho sentito dire di lei, ha avuto
una vita piuttosto avventurosa, Sergente.-
Scully
fa una smorfia e replica:
-Più di quanto avrei voluto, mi creda… mi
scusi… come devo chiamarla? Mrs. Michaels, Dottoressa o Lady Jane? Non sono
esperto di etichetta britannica.-
La
donna abbozza un sorriso e risponde:
-Jane andrà bene. Anche io come mio fratello
non bado molto alle formalità e non uso il cognome del mio ex marito dopo il
divorzio.-
-Vada per Jane, allora e lei lasci perdere il
Sergente e mi chiami semplicemente Jim. Ora mi scusi ma devo accertarmi che siamo
pronti a muoverci, è uno dei miei doveri.-
Tipo
interessante, pensa Jane, e non sono la sola a pensarlo. Quella biondina, Ann
Reynolds, non gli stacca gli occhi di dosso. C’è stato qualcosa tra loro due in
passato? E perché dovrebbe interessarmi?
Intrusi
umani, pensa colui che sta effettivamente spiando la spedizione. Non sono tanti
ma potrebbero essere ugualmente un fastidio. Deciderà la Signora se eliminarli
o tenerli come schiavi ma intanto sarà bene tenerli d’occhio.
Senza
fare il minimo rumore la spia si allontana addentrandosi nella foresta.
Jim Scully, che adesso
si è tolto la parte superiore della sua tuta e sul petto nudo sfoggia una
strana cintura con tracolla, esamina il terreno e poi si rialza con espressione
preoccupata.
-E così c’era davvero qualcuno che ci spiava.-
dice John Clayton in piedi alle sue spalle.
-Le orme parlano chiaro.- risponde Scully
-Qualcuno era accucciato dietro questi cespugli e ci osservava di nascosto. Per
nostra fortuna il mio addestramento comprendeva anche la lettura del terreno e
chiunque ci fosse qui non si è curato di nascondere il suo passaggio.-
-Pensa che, chiunque fosse, avesse intenzioni
ostili visto che non si è fatto vedere?-
-Non necessariamente. Può anche aver deciso che
fosse più saggio non prendere iniziative senza prima aver prima informato il
suo capo. In ogni caso, meglio essere pronti al peggio.-
-Saggio consiglio.-
-E c’è un’altra cosa…-
-Cosa?-
Scully
indica un’orma sul terreno e dice:
-Guardi la forma di quell’impronta. Chiunque
fosse nascosto qui si reggeva su due gambe ma non era umano, non del tutto
almeno.-
-Posso confermarlo.- interviene Jane Clayton
che è appena arrivata.
La
donna si china ad osservare anche lei le impronte ed alla fine dice:
-Indubbiamente un bipede ma i suoi piedi hanno
una conformazione non del tutto umana anche se non saprei dire di più. Nulla di
strano da queste parti. È ormai risaputo che qui convivono varie specie
umanoidi oltre che agli esseri umani veri e propri.-
-Non so se questo mi rincuora.- commenta Lord
Clayton.
Nemmeno
a me, pensa Scully. Che siano umani oppure no a nessuna specie vivente
piacciono le intrusioni nel suo territorio. Potremmo essere visti come nemici
da annientare… o come cibo.
3.
L’essere seduto su una
specie di piccolo trono non può di certo essere definito umano ormai anche se
un tempo lo è stato. Se la trasformazione di Curtis Connors nella creatura
chiamata Lizard è stata un incidente, quella di Vincent Stegron nella versione
umanoide di un dinosauro è stata voluta.
Ci sarebbero tante
altre definizioni per Stegron oltre che Uomo Dinosauro ma una delle più
appropriate è sicuramente pazzo criminale.
Accanto
a lui, sdraiata su una pelliccia di un qualche animale scimmiesco, sta una
donna dai capelli neri e il volto sprezzante avvolta da un aderente costume
azzurro che le lascia scoperte braccia e gambe. Si fa chiamare Zaladanna e
sostiene di essere la figlia di Zaladane, la defunta ultima sacerdotessa del
dio del Sole Garokk. Apparentemente è troppo vecchia perché ciò possa essere
vero ma nella Terra Selvaggia tutto può accadere.
-Ssstranieri.- sibila Stegron -Ed umani per
giunta. Una complicazione imprevisssta.-
-Tutti gli stranieri sono nemici.- afferma
Zaladanna -Devono morire.-
-Non essssere precipitosssa, Mia Sssovrana.
L’impulsssività è una cattiva consigliera, io consssiglierei prima di ucciderli
di ssscoprire perché sssono venuti fin qui.-
-E come conti di riuscirci?-
-Molto sssemplice: ne rapiremo uno e ce lo dirà
lui prima di morire.-
La
spedizione Clayton si è appena sistemata che già sta per ricevere la sua prima
visita ufficiale.
-Sta arrivando qualcuno.- annuncia George
Stanislaus -Speriamo che non siano portatori di guai.
-Non credo proprio.- ribatte John Clayton -Hai
fatto male i compiti, George, o avresti immediatamente riconosciuto i nostri
visitatori. Io, invece, li stavo aspettando con impazienza.-
La
coppia in arrivo è, in effetti, piuttosto famosa nella Terra Selvaggia. Il nome
del gentiluomo dai lunghi capelli biondi, che veste solo un perizoma di pelle è
Kevin Plunder.
È un nobile britannico,
possiede un castello, terreni ed alte ricchezze materiali nella natia
Inghilterra ed altrove ma ha scelto di vivere nella Terra Selvaggia e di farsi
chiamare Ka-Zar.
La donna al suo fianco,
dai capelli rossi e gli occhi nocciola, che indossa solamente un bikini
leopardato, è sua moglie.
Si chiama Shanna O’Hara
ed era una veterinaria ed etologa americana che ha abbandonato la civiltà per
vivere nella jungla.
Assieme a loro si muove
maestosamente un’imponente tigre dai denti a sciabola, una specie altrove
estinta da millenni.
Il
loro arrivo suscita una certa impressione nell’accampamento della spedizione
Clayton.
-Chi diavolo sono questi?- borbotta Raymond
Corey.
-Andiamo, Dottor Corey, non mi dica che non ha
mai sentito parlare di Ka-Zar e della sua compagna Shanna, i Signori della
Terra Selvaggia?- ribatte Clayton in tono sarcastico –Mi aspettavo una loro
visita da un momento all’altro.-
-Quello con loro è davvero uno smilodonte!-
esclama Lady Jane Clayton.
-Una tigre dai denti a sciabola, sì.- risponde
suo fratello -È fedelissima a Ka-Zar ed attacca solo se lui glielo ordina o se
lui e la sua famiglia sono in pericolo, quindi via la mano dalla fondina,
Scully, o potrebbe innervosirsi ed è l’ultima cosa che vogliamo, non è vero?-
-Come vuole lei.- replica Jim Scully poco
convinto.
Clayton
avanza di qualche passo e si rivolge ai nuovi arrivati:
È un vero piacere incontrarla qui, Lord
Plunder. Io sono il capo di questa spedizione. Mi chiamo John Clayton. Lord
Clayton.-
-Inglese.- borbotta Ka-Zar riconoscendo
l’accento -Mia moglie odia gli inglesi.-
Shanna
ride e replica:
-Non gli dia retta, Kevin ha un senso
dell’umorismo tutto suo. Anche se sono di origine irlandese, non odio affatto
gli inglesi, ne ho perfino sposato uno.-
-Mi fa piacere sentirlo, Lady Plunder.- ribatte
Clayton.
-Mi chiami pure Shanna. Da buona americana mi
sento sempre a disagio ad essere chiamata Lady Plunder.-
-Le Nazioni Unite mi avevano avvertito della
vostra spedizione ed ho acconsentito purché fossero rispettate certe
condizioni.- interviene Ka-Zar -Mi auguro che sarà così.-
-Ha la mia parola ed i Clayton mantengono
sempre la parola data.-
-Così ho sentito dire. La sua famiglia ha
sempre avuto una buona reputazione anche se i suoi membri hanno fama di essere
un po'… eccentrici.-
Clayton
sogghigna e ribatte:
-Potrei dire lo stesso di lei, Plunder.-
-Mi chiami Ka-Zar, lo preferisco. Ha ragione su
di me. In molti trovano strano che io e la mia famiglia abbiamo scelto di
vivere qui… ma non lei, immagino.-
-Decisamente no. In fondo io e lei abbiamo
molto in comune… Ka-Zar.-
-Scusate...- si intromette Jane -…ho sentito
dire che qui nella Terra Selvaggia vive un famoso paleontologo, il Professor
Bernard Kloss. Mi piacerebbe conoscerlo.-
-Purtroppo il Dottor Kloss è morto qualche anno
fa.-[4].
Risponde Ka-Zar.
-Oh Cielo! Mi dispiace. Speravo di poter
scambiare alcune opinioni con lui.-
-Sono riuscito a salvare i suoi appunti e se
vuole posso farglieli avere più tardi. Ora, però, abbiamo un appuntamento da
rispettare. Sempre che siate già pronti a partire.-
Siamo prontissimi.- replica Clayton
dissimulando l’entusiasmo -Non aspettavo altro.-
4.
Il più grosso
insediamento umano della Terra Selvaggia è costituito dalle Federazione delle
Tribù Unite che riunisce quasi tutte le tribù umane di questa terra dimenticata
dal tempo.[5]
A guidarla, per consenso quasi unanime, è Nereel del Popolo della Cascata, che,
con sorpresa soprattutto di sé stessa, si è rivelata una leader saggia ed
accorta.
Non
capita molto spesso che la comunità accolga dei visitatori del mondo esterno
anche se ultimamente è accaduto più di una volta e non sempre è stata una cosa
piacevole per usare un eufemismo.[6]
Il
fatto che i nuovi venuti siano accompagnati da Ka-Zar e Shanna dovrebbe essere
una garanzia delle loro buone intenzioni, ma tra la folla di curiosi sono
abbastanza evidenti alcune facce ostili.
-La diffidenza verso gli stranieri è un tratto
tipico delle aggregazioni umane e non solo ad uno stadio primitivo.- dice Jane
Clayton -Non è il caso di allarmarsi.-
-Ad ogni buon conto, io mi tengo pronto al
peggio.- sussurra Jim Scully.
Finalmente
il gruppo arriva di fronte a Nereel che siede su una specie di piccolo trono,
sulle spalle ha un mantello e con la destra stringe un bastone segno del
comando. Alla sua sinistra, su uno scranno più piccolo siede un ragazzino sui
13 anni dai lunghi capelli neri. In piedi stanno, immobili e silenziosi, due
individui decisamente particolari. Da un lato c’è una femmina sauriana
antropomorfa dal muso rotondo, la pelle marrone striata di una sfumatura più
chiara, e una corta criniera di aculei ossei sottilissimi bianchi sul capo.
Indossa un costume corazzato nero e argento. Dall’altro lato invece sta una
creatura cornuta più grande, parte rettile e parte mammifero, ampi ciuffi di
pelo sul collo, le caviglie, i polsi che ha un’aria decisamente minacciosa.
I
nuovi arrivati non possono saperlo ma i due erano alieni recentemente
naufragati nel mondo perduto.[7]
Se l’intento di Nereel nel tenerseli a fianco è impressionare gli ospiti, ci
sta riuscendo benissimo.
-Mi sento come un cespo di lattuga ad un raduno
di vegani.- borbottò Ann Reynolds.
-Metafora interessante, ma un po' fuori luogo,
ragazza.- ribatté il Dottor Corey -Penso che ci troviamo di fronte a dei
carnivori.-
Nel
frattempo Ka-Zar e Nereel hanno scambiato alcune parole in una lingua
incomprensibile per gli stranieri ed alla fine Nereel si rivolge ai nuovi
arrivati in un buon inglese:
-Ka-Zar mi ha informato che siete… esploratori.
Forse non è il momento migliore per la vostra presenza qui. Ci sono stati atti
ostili nei confronti del mio popolo e mio figlio è stato rapito anche se solo
per breve tempo.[8] Per
questo motivo, questi miei amici hanno voluto restare al mio fianco al vostro
arrivo.-
-Ormai siamo qui e non intendiamo tornare
indietro.- ribatté John Clayton in tono deciso.
-Come volete, io vi ho avvertito. Avete il mio
permesso di muovervi liberamente nel territorio delle Tribù Unite ma non posso
garantire per la vostra incolumità una volta fuori dai nostri confini.-
-Sappiamo badare a noi stessi, Vostra Maestà e
faremo tesoro del vostro avvertimento.- replicò, con un pizzico di arroganza
tipicamente britannica, Clayton.
-Potete chiamarmi Nereel, noi non siamo usi
alle formalità di voi… esterni.-
-Se posso permettermi una domanda…- intervenne
Scully -… sono stati dei vostri esploratori a spiarci al nostro arrivo qui?-
-Assolutamente no.- rispose Nereel -Come ho
detto, ci sono altri popoli che abitano la Terra Selvaggia ed alcuni sono
ostili. Se avete attirato la loro attenzione potreste davvero avere dei guai.-
-Ci sono abituato.- si limitò a dire Scully.
-Io avrei una richiesta.- dice Jane -Vorrei
parlare con alcuni membri delle vostre tribù se è possibile.-
-Non vedo perché no. Mio figlio Peter vi farà
da interprete, ma più tardi. Ora spero che farete onore alla nostra
ospitalità.-
-Che dici, John?- chiede George Stanislaus.
-È abbastanza ovvio che non è il caso di
rifiutare, George.- risponde Clayton -I nativi potrebbero offendersi se
rifiutassimo e non è proprio il caso di inimicarseli.-
-Sono d’accordo con mio fratello.- intervenne
Jane -In culture come questa l’ospitalità ha un ruolo importante.-
-Beh, se non altro almeno non siamo noi il
pranzo.-
Clayton
soffoca una risata.
Il
banchetto si è concluso da poco e mentre suo fratello è impegnato in quelle che
si potrebbero ben chiamare trattative diplomatiche, Jane Clayton esce dalla
palizzata che circonda il villaggio delle Tribù Unite e prende un profondo
respiro.
Inutile tentare di
negarlo: per quanto ci provi non può impedire alla sua mente di viaggiare per
sentieri tutti suoi. Si è da poco lasciata alle spalle un matrimonio disastroso
e forse, riflette, si è unita alla spedizione non tanto per amore di conoscenza
ma per tentare di sfuggire ai propri fantasmi personali. Non che le riesca
tanto bene, conclude amaramente.
Vede il figlio di
Nereel seduto in disparte poco lontano dalla palizzata. Un altro solitario,
chissà perché? Potrebbe essere una buona occasione di chiederglielo.
Si
avvicina al ragazzo e gli si rivolge dicendo:
-Ciao. Ti ricordi di me? Mi chiamo Jane e tua
madre mi ha detto che mi farai da interprete con la tua gente.-
-Quando vuole.- risponde lui senza troppo
entusiasmo.
-Forse sono troppo curiosa, ma tua madre ha
detto che ti chiami Peter. Non ho certo bisogno di una laurea per capire che
non è un nome di queste parti.-
Lui
si stringe nelle spalle e replica:
-Mio padre non è di qui. È uno del mondo
esterno. Vive in un posto chiamato Stati Uniti d’America ma è nato in un altro
che si chiama Russia. Mia madre mi ha dato il suo nome.-
-Capisco. Da quello che dici, immagino che non
viva con voi.-
C’è
un velo di tristezza nella voce del ragazzo.
-Forse non sa nemmeno che sono suo figlio.
Mamma non ha mai voluto dirglielo ma ci siamo incontrati una volta e può darsi
che abbia capito.-
C’è
indubbiamente di più ma non può forzare il ragazzo a parlarne. Sono affari suoi
dopotutto e lei non è certo in grado di dare lezioni a nessuno sul come
trattare i propri figli.
Immersa
nei propri pensieri Jane non si rende immediatamente conto che Peter si è fatto
cupo e si sta guardando intorno con aria preoccupata.
-Che succede?- gli chiede perplessa.
-La jungla è diventata troppo silenziosa.
Qualcosa non va.-
Ha
appena finito di parlare che degli strani esseri escono dalla vegetazione e si
precipitano loro addosso.
George
Stanislaus si ritira in disparte. Ha molto a cui pensare. Decisamente questo
tipo di avventure non fa per lui. Si trova molto più a suo agio tra i computer
ed i giochi dell’alta finanza che nei panni dell’esploratore, eppure non poteva
restare indietro. La posta in gioco è molto alta e lui non ha avuto altra
scelta che occuparsene personalmente.
Deve
andare tutto bene o altrimenti… meglio non pensarci.
5.
Gli
aggressori sono umanoidi ma non del tutto umani. Uno di loro sembra un lupo
antropomorfo ed un altro è una rana umanizzata. Quello che sembra il capo ha la
testa più grossa del normale ed ordina:
-Prendete la donna e sbarazzatevi del ragazzo!-
Vogliono
me, pensa, sorpresa, Jane Clayton. Ma perché? La domanda rimane senza risposta
mentre l’uomo lupo dal pelo blu la afferra alla vita.
Quasi
contemporaneamente Peter grida:
-Chi sarebbe il ragazzo?-
Senza
esitare corre verso gli avversari e mentre lo fa sua pelle si trasforma
diventando d’acciaio ed è in questa forma che piomba addosso a due degli
avversari: un uomo alto con quattro braccia ed il batrace umano.
Il
suo aggressore si distrae quanto basta per permettere a Jane di sferrargli una
ginocchiata all’inguine e così liberarsi dalla sua stretta.
-Sembrerai anche un lupo ma sei sempre un
maschio ed io sono meno indifesa di quanto credevi.- dice.
Adesso
che ha l’opportunità di riflettere si ricorda chi sono i suoi aggressori: i
Mutati, un gruppetto di mutanti latenti a cui Magneto aveva risvegliato i
poteri dormienti. Erano indicati nel dossier preparato da suo fratello. Non che
le serva a molto saperlo. Non è certo in grado di affrontarli e forse nemmeno
il giovane Peter. La forma metallica che ha assunto le ricorda quella
dell’X-Man Colosso. Ma certo! Peter ha detto che suo padre è un russo che vive
negli Stati Uniti e Colosso è russo. Peter deve essere suo figlio ed è un
mutante con lo stesso potere.
Questi
pensieri si accavallano in poche frazioni di secondo ma sono sufficienti perché
si ritrovi circondata da altri Mutati. La situazione si fa sempre più difficile
.
Improvvisamente
Zabu, la fedele tigre dai denti a sciabola di Ka-Zar piomba nel bel mezzo del
campo di battaglia ruggendo. Alle sue spalle arrivano Ka-Zar, Shanna, Jim
Scully ed altri.
-Stia dietro di me.- dice Scully a Jane mentre
la sua strana cintura comincia a brillare.
-Volevano rapirmi, non so perché.- gli dice
lei.
-Glielo chiederemo se ne avremo il tempo.-
replica l’ex militare.
Se
prima erano in vantaggio ora i Mutati l’hanno perso: i nuovi arrivati stanno
tenendo loro testa ed anche il giovane Peter li sta mettendo in difficoltà.
La partita è persa ed
il loro leader, Brainchild, non tarda a rendersene conto.
-Equilibrius, Vertigo. Pensateci voi.- ordina
seccamente.
L’uomo
vestito di rosso e la ragazza dai capelli verdi a cui è stato dato l’ordine
avanzano e subito i loro avversari sentono le gambe molli e la testa girare.
Incapaci di mantenere l’equilibrio crollano al suolo.
Solo
uno di loro rimane in piedi: Jim Scully detto Skull l’Uccisore. Sia pure con
evidente fatica avanza verso i due Mutati.
-Cadi, maledetto, Cadi!- urla Equilibrius poi
un pugno di Skull lo spedisce a terra.
Jim
si volge verso Vertigo e cerca di afferrarla, ma alla fine le gambe gli cedono.
-Davvero un osso duro… ed è anche carino.-
commenta la ragazza
-Muovetevi!- ordina Brainchild -Dobbiamo
sparire prima che si riprendano.-
-A Stegron non piacerà il nostro fallimento.-
borbotta Lupo.
-Se ne farà una ragione. Andiamo!-
La
radura torna silenziosa.
Jane
Clayton prende la ciotola piena d’acqua che suo fratello le porge e beve d’un
fiato incurante delle gocce che le cadono sul viso e sulla camicetta strappata
in più punti durante l’aggressione.
-I Mutati non si erano mai spinti così vicino
al villaggio.- commenta Nereel.
-Credo che pensassero di potermi catturare
molto rapidamente e poi scappare ma Peter ha rovinato i loro piani.-
Il
ragazzo, ora di nuovo in forma umana, sorride compiaciuto.
-Da quanto lo sai fare?- gli chiede la madre.
-Da un po'.- risponde lui rimanendo sul vago.
-È stato eccezionale.- dice ancora Jane -Ha
cercato di proteggermi.- si rivolge a Scully -Grazie anche a te, Jim. Non
immaginavo che fossi una specie di supereroe.-
-È una storia lunga e non sempre bella.-
replica lui -Diciamo che il merito è di questa cintura. La mia benedizione e la
mia maledizione al tempo stesso.-
Jane
non insiste. Se Scully non vuol parlarne avrà i suoi motivi e magari le
racconterà tutto più tardi. Non sarebbe una cattiva idea approfondire la sua
conoscenza dopotutto.
-Una volta tornati al campo base dovrò
cambiarmi d’abito, questi sono un disastro ormai.- dice la donna.
-Mi chiedo perché volessero rapirti. Eri
proprio tu il bersaglio o sei stata solo sfortunata?- le chiede John Clayton.
-Mi sono fatta la stessa domanda.-
-Li ho sentiti dire che erano stati mandati da
un certo Stegron.- interviene Scully.
-L’Uomo Dinosauro.- borbotta Ka-Zar -Una fonte
di guai per la Terra Selvaggia.-
-State parlando di Vincent Stegron il famoso
genetista fissato con i dinosauri?- si intromette Raymond Corey -Credevo che
fosse morto.-
-Lo abbiamo pensato più di una volta ma poi è
sempre riapparso come una moneta falsa.- gli risponde Shanna.
Il
ritorno al campo base si svolge senza incidenti. All’arrivo sono accolti da un
nero alto e robusto che indossa una sahariana e che si rivolge a Clayton:
-Tutto a posto, John. L’accampamento è stato
montato a regola d’arte. Ovviamente chi ama le comodità potrà sempre continuare
a dormire in cabina sulla nave.-
-So che alludi a me, Clay.- ribatte George
Stanislaus -Che ci posso fare se sono un topo di città?-
-Potevi sempre restare a casa, George.- replica
il nero.
-Mi piace sempre controllare di persona i miei
investimenti.-
Clayton
si rivolge a Ka-Zar e Shanna:
-Non vi avevo presentato a dovere il mio altro
socio: Clayton Muviro. Lui si occupa della logistica tra le altre cose.-
-Muviro è un nome africano.- interviene Shanna.
-Appartengo all’etnia, un tempo sarebbe stata
definita tribù, Waziri che è stanziata nella regione dei Grandi Laghi in
Kenya.- replica l’uomo -Muviro era il nome del mio trisnonno ed è stato
adottato dalla mia famiglia come cognome da generazioni. Il mio nome… beh forse
avete capito da dove viene. La mia famiglia e quella di John si conoscono da
cinque generazioni.-
-Clay omette di dire che è il capo ereditario
dei Waziri e che io e lui siamo cresciuti insieme, abbiamo fatto le stesse
scuole e cose così. È il mio migliore amico oltre che un socio indispensabile.-
aggiunge Clayton.
-Per mia fortuna non si vede se arrossisco,
John. Non so se mi merito tutti questi complimenti.-
-Li meriti, eccome, non fare il modesto.-
-La regione dei Grandi Laghi. Se non sbaglio
c’è una guerra in corso da quelle parti.- si intromette Ka-Zar.
-Il Kenya ne è fuori ma le nazioni vicine ne
sono tutte coinvolte purtroppo.- conferma Muviro.
-E mio figlio è proprio da quelle parti, in
Wakanda.-[9]
aggiunge Clayton cupo -L’ultima volta che l’ho sentito è stato prima di partire
con questa spedizione ma nelle ultime 24 ore gli eventi sono precipitati ed
anche se cerco di nasconderlo sono preoccupato. Come quasi ogni membro della
nostra famiglia, John ha un’attitudine speciale a finire in mezzo ai guai.-
-John?- chiede Shanna.
Suo
malgrado Clayton sorride e replica:
-Noi Clayton abbiamo scarsa fantasia con in
nomi, lo ammetto. Tutti i nostri primogeniti maschi si chiamano John da… beh da
sempre, credo.-
-Ed anche Jane è molto gettonato tra le
femmine.- interviene sua sorella.
-È ora che ce ne andiamo.- dice Ka-Zar -Ora che
ho la certezza che siete al sicuro, ho intenzione di seguire le tracce dei
Mutati e cercare di sventare i piani di Stegron quali che siano.-
-Ed io sarò con te.- aggiunge Shanna.
Rapidi
saluti e mentre i due si allontanano Clayton si rivolge a Muviro:
-Ho visto che hai scaricato un po' di lance a
motore. Credo che ne prenderò una per esplorare un po' la laguna ed i suoi
dintorni.-
-Le farò volentieri da pilota, Sir.- interviene
Aleytys “Lee” Forrester.
-Credevo che avessimo deciso di passare al tu.-
replica Clayton -E mi farà molto piacere… Lee.-
I
due saltano a bordo di un piccolo motoscafo che in breve solca le acque
allontanandosi rapidamente dalla costa.
-È incredibile pensare che siamo praticamente
nell’Oceano Antartico ma stiamo per superare una barriera corallina.- dice
Clayton.
-Questo posto è tutta un’anomalia.- replica Lee
Forrester -Ed è proprio questo che lo rende così affascinante.
Con
una sapiente manovra la ragazza si infila in un passaggio della barriera appena
sufficiente per oltrepassarla e ritrovarsi in mare aperto.
-Complimenti, Lee, sei davvero…-
Clayton
non riesce a finire la frase . improvvisamente le acque si smuovono
gorgogliando.
-Ma cosa…?- esclama Lee.
Un
attimo dopo dalle acque emerge un gigantesco sauro che afferra la piccola
imbarcazione tra le sue fauci, la scuote e la scaglia con forza lontano.
Dalla
spiaggia gli altri membri della spedizione possono solo guardare inorriditi e
Jane Clayton urla:
-John-
CONTINUA
NOTE
DELL’AUTORE
Ed
eccoci arrivati ad occupare uno spazio insolito per il sottoscritto che da un
lato finalmente riesce a scrivere una storia che aveva in mente da tempo e
dall’altro riprende i fili lasciati in sospeso, per dirla alla Tenente Colombo,
dall’amico Valerio Pastore. Ma ora un po' di note indispensabili:
1)
Innanzitutto
un caloroso ringraziamento proprio a Valerio per la preziosa consulenza e per
avermi generosamente concesso l’utilizzo di concetti e personaggi da lui
creati. Vedremo se apprezzerà il risultato.
2)
Per
quanto riguarda i protagonisti della nostra storia, John Clayton, Barone
Clayton, primogenito ed erede di John Clayton Conte di Greystoke, sua sorella
Jane e Clayton Muviro sono mie creazioni originali per questo ispirate da un
mito della letteratura di genere. Mi auguro che non sia necessario spiegarvi
chi sia il famoso trisnonno a cui i Clayton hanno fatto riferimento.
3)
Nella
nobiltà britannica chi ha un titolo nobiliare pari o superiore a Conte ha anche
un titolo secondario che può essere usato dal suo primogenito a titolo di
cortesia. I titoli di Barone e Visconte sono espressi nella forma solenne da me
usata nella presentazione ma nella pratica basta dire Lord o il titolo
nobiliare seguito dalla designazione. Ad esempio: Barone Clayton o Lord
Clayton.
4)
L’anziano
Lord Greystoke dovrebbe comparire prima o poi in un’altra delle nostre serie.
Suo nipote, invece, figlio del nostro protagonista, è già apparso brevemente su
Marvel Knights ed attualmente nella serie di Pantera Nera.
5)
James
Scully, detto Skull l’Uccisore, Ann Reynolds, Jeff Turner e Raymond Corey sono
stati creati da Marv Wolfman & Steve Gan su Skull the Slayer #1 datato
agosto 1975.
6)
Aleytys
Forrester, Lee per gli amici, è stata creata da Chris Claremont & John Byrne
su Uncanny X-Men Vol. 1° #143 datato marzo 1981.
7)
George
Stanislaus è una creazione di Victor Gischler & Jorge Molina ed è apparso
per la prima volta negli USA su X-Men Vol. 2° #17 datato settembre 2011. Questa
è la sua prima apparizione. Italiana.
Che ne è stato di John
Clayton e Lee Forrester? Quali saranno le prossime mosse di Stegron? La
risposta a queste domande ed altro ancora nel prossimo episodio.
Carlo
[1] Acronimo di United States Air Force
[2] Come visto per la prima volta su Daredevil Vol. 1° #12, (prima edizione italiana Devil, Corno, #11).
[3] Nella breve serie Skull the slayer #1/6 (in Italia su Fantastici Quattro, Corno #153/171) e su Marvel Two in One #35 (in Italia su Fantastici Quattro, Corno, #229.
[4] Su ka-Zar Vol. 2° #20 inedito in Italia.
[5] Sì, è un’altra citazione, bravi.
[6] Vedi i precedenti episodi di questa serie.
[7] Sempre nei precedenti episodi.
[8] Negli ultimi ep… oops, lo abbiamo già detto, vero?
[9] Come sa chi legge Pantera Nera.